Divergent e la morale intelligent

Divergent

Non fare puzzette, mi raccomando!

Completamente fuori target, sprezzante del pericolo intrinseco di infilarsi in una sala di ragazzine, sono andato a vedere Divergent il primo film tratto dall’ennesima serie di libri young adult , tipo Hunger Games, Ender’s GameTwilight o Shadowhunters – Città Di Ossa, per intenderci. Se quest’ultimo non l’avete mai sentito, non preoccupatevi, siete normali, perché non se l’è cagato nessuno.

Inutile dire che ero pronto al peggio, nonostante sulla pagina di Facebook mi dicevano che era bellissimo. Invece mi son stupito un sacco. Primo perché la sala era quasi vuota. Secondo perché i pochi occupanti erano tutto fuorché ragazzine urlanti, anzi, erano piuttosto anziani e piuttosto fastidiosi. Terzo perché il film è interessante e, finalmente, dice una cosa sensata di questi tempi, molto più sensata di quello che si pensi.

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Hunger Games: La Ragazza Di Fuoco, non le avrei dato due centesimi

Hunger Games - La Ragazza Di Fuoco

Quando, settimana scorsa, Ultimate Jar Jar Binks ed io siamo entrati in sala per vedere Hunger Games: La Ragazza Di Fuoco, ci siamo trovati davanti uno spettacolo che avrebbe fatto tremare i polsi persino a Vin Diesel: ragazzine!
Ragazzine ovunque, di ogni forma, colore, dimensione e sesso. Sì, c’erano pure ragazzine maschi.
Venivano fuori dalle fottute pareti!

Jar Jar ed io ci siamo guardati e, come due vecchi eroi riluttanti di fronte ad una missione mortale, siamo scesi al rallentatore fino alla quarta fila. I posti liberi erano quelli, o lo vedevamo da lì, oppure dal corridoio fuori dalla sala.

Eppure, in questo contesto pieno di ragazzine, Jar Jar si è trovato seduto accanto ad una coppia che si è scofanata il loro peso in Fonzies con i loro pacchetti di plastichina scrocchiarella.
Ero convinto che i Fonzies oltre una certa quantità fossero velenosi, invece sono sopravvissuti entrambi.

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Ender’s Game il gioco dei candidati all’Oscar

Ender's Game

Dopo un altro week end travagliato, con trasferta della Morte a Lucca andata e ritorno in giornata di cui, se volete, vi parlo in settimana, ieri sono andato al cinema per vedere Ender’s Game.

Di Ender’s Game, libro, in realtà non so nulla, se non quello che si legge su Wikipedia. Mai letto, vagamente conscio della sua esistenza, non mi ha mai attirato più di tanto.
Del film sapevo ancora meno perché, quando uscivano le news, pensavo che parlassero del seguito di Hunger Games e, siccome il primo non mi è piaciuto per niente, le saltavo a piè pari.

Poi mi è capitato di vedere il trailer al cinema e ho detto: “Va che bel gioco della Playstation che fanno vedere al cinema“, facendomi venire una voglia matta di non vederlo. Però poi tutti mi dicevano che Ender’s Game è una roba troppo nerd, bellissima, irrinunciabile, che se non la vedi muori, e allora l’ho visto.

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Il Sequel, ovvero quando non hai capito che dovevi fermarti

C’è un mistero che aleggia nel mondo del cinema, un mistero così fitto e inesplicabile che nemmeno un dream team di indagatori del mistero, formato da Bossari, Raz Degan e Giacobbo, riuscirebbe a spiegare: perché i sequel fanno (quasi) sempre cagare?

Ovviamente una risposta ce l’abbiamo, e ce l’avete anche voi…e ce l’hanno anche gli autori/produttori/registi/etc dei sequel! E allora perchè non ce li risparmiano? Ovviamente perché quando qualcosa fa successo poi si sentono obbligati a produrre qualsiasi porcata pur di sfruttare il nome di film fortunati e intascare dollaroni.
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